Il sogno di Santiago è un progetto sulla vita e sui sogni che fanno muovere i piedi.
Nasce dall’idea della Diocesi di Fossano di ricercare, insieme al mondo sportivo e culturale locale, un tema comune su cui unire le forze, un aspetto dell’antropologia, una cosa senza la quale non si vive e non si cresce, il sogno ad occhi aperti e la “Cura” di sé, cura del saper essere e del saper cambiare.
Un amico ripeteva spesso: “Se guardi, vedi; se guardi meglio, ti stupisci”. È proprio vero! Vale per tutte le cose, in particolare vale per la società. Se la guardi distrattamente vedi frammenti, eventi, crisi, scandali… Se la guardi con più attenzione vedi meraviglie: belle persone che si spendono ogni giorno, gruppi interessanti che coltivano passioni, istituzioni che offrono servizi.
Tutto questo vale per le associazioni sportive. Per chi le guarda distrattamente sono “semplicemente” un insieme di sportivi. Ma se le guardi meglio sono un polmone per la società, un vero forziere, una ricchezza di vita. Centinaia di allenatori, istruttori, educatori, presidenti, maestri spendono tempo ed energie ad insegnare non solo uno sport, ma un modo di stare al mondo, con gli altri, con se stessi, con il proprio corpo. Sono palestre di vita.Per questo ritengo importante guardarle con attenzione, con riconoscenza. Per questo ritengo importante che la Chiesa sia disponibile ad aiutare queste associazioni. Da qui nasce l’idea del “Sogno di Santiago”: un pomeriggio per far incontrare le varie associazioni sportive, offrire loro uno spazio di dialogo, ascoltare un atleta famoso, vivere un momento di festa insieme. Un momento di cammino, di confronto, di riflessione e di festa. Per aiutarci ad imparare dallo sport e per interrogarci sul cammino della vita. Percorrendo la strada dalla cappella di San Michele alla chiesa dei Boschetti. Ricordando uno degli antichi cammini italiani verso Santiago di Compostella, che passava proprio nei pressi di Boschetti. Cammino ancora oggi meta di migliaia di persone che desiderano abbinare sport e ricerca interiore.
don Derio Olivero
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