La Grinta nella Vita, val più di una Spinta.
Chi della Spinta si avvale, dopo oltre non sale,
ma chi sale grazie alla Grinta,
alla Vita non la darà mai Vinta.

Cleonice Parisi

Continua il mio giro nello sport fossanese. Calcio. Come si fa a dire una cosa sul calcio senza sentirselo nel sangue? Sono andata e ho visto e ascoltato il calcio degli altri. È molto diverso da quello che ricordo di una squadra di bambini ragazzini che sterminava quotidianamente l’erba del prato dietro casa (me compresa!). Quello era un gioco spensierato, una cosa infantile e semplice e non c’entra niente con il calcio di oggi – mi dicono che il calcio in cortile non si usa più – e del calcio delle società sportive.

Quello di cui parliamo ha invece un po’ ha a che fare il calcio nazional-popolare, reso spettacolare dai media, che un po’ abbiamo fatto noi e fatto nostro, il calcio che fa divertire le persone allo stadio con la ola, la birra, le ovazioni per le scivolate,  i banner dei grandi marchi che riempiono gli occhi, il delirio per i gol, gli insulti per gli sconosciuti che tifano per l’altra squadra e per i giocatori che esitano o sbagliano, gli sfoghi contro gli arbitri (e le regole) e i giudizi sugli allenatori che non mordono, che cambiano idea a metà partita… Questo ce lo portiamo dentro tutti forse, quando guardiamo una partita, in qualsiasi campo, a qualsiasi livello, anche quando gioca tuo figlio! Questo è lo stereotipo. Questo è quello che Baricco ne “I Barbari” definisce: “il calcio che ha perso l’anima”. Ma per fortuna il calcio non è solo questo.

A me affascina di più quello che ci sta intorno al pallone, fuori dalla partita, prima e dopo. Gli anni spesi a prepararsi insieme per la sfida, le parole usate per descrivere attese e valori, la cura dei luoghi e delle relazioni in cui si sta per giocare a calcio in una squadra vera.

Ho incontrato gli allenatori di tre società fossanesi, oggi inizio a parlare del calcio di San Sebastiano. Nell’incontro con il Presidente Beppe Lingua, l’allenatore Andrea Femia e il vice Luca Pellegrino mi sono scritta in grande la parola GRINTA e di fianco la frase “CHE BEL POSTO, ACCOGLIENTE, ERBA PERFETTA, ORDINATISSIMO!”. Mi fanno notare che sul loro sito web scorre la scritta “in campo con grinta ed umiltà per essere protagonisti”. La parola grinta significa letteralmente volontà determinata, decisione e forza. La puoi vedere come un cavallo bianco. E si perché nei dialoghi platonici l’anima umana è raffigurata come un carro alato guidato dalla ragione e tirato da un cavallo nero ribelle  – la passione e i desideri intensi che, come noto, sono difficili da guidare –  e un cavallo bianco che rappresenta la volontà, la grinta e il coraggio. L’aggressività positiva è la “grinta” e per giocare a calcio è indispensabile. Forse è vero che si sviluppa correndo dietro al pallone, che si diventa un po’ più grintosi quando si vince o si gioca bene contro squadre più forti, quando si segna un gol imprevedibile, quando si attraversa ancora il campo e il fiato è davvero finito e l’acido lattico si sta mangiando i polpacci. Quando si gioca bene nonostante critiche e giudizi ad alta voce a trecentosessanta gradi… e si perché tutti si intendono di calcio!

La stessa grinta serve ogni giorno a Beppe. È il Presidente del San Sebastiano calcio, nel suo ufficio il tavolo è coperto di pile ordinate di moduli (burocrazia, sempre più faticosa!). Mi mostra i campi con erba vera, verde, molto sana e penso che sarebbe un piacere camminarci senza scarpe come in giardino. Non tutti i campi da calcio hanno l’erba. Nemmeno tutti i giardini! Mi mostra anche gli spalti (realizzati grazie alla sua grinta), il magazzino, il campo da beach volley e uno spazio per far festa insieme. Speriamo che si perda mai questa grinta. Grazie Beppe!

Monica Mazzucco
La Fedeltà, settembre 2013