Non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi.

Antoine de Saint Exupéry

Il baseball è seguito da milioni di appassionati in ogni parte nel mondo, senza differenza tra occidente e oriente, in America latina, Europa, Stati Uniti, Giappone, Canada ecc.. Una curiosità: alcune comunità hamish, hanno rifiutato l’elettricità e l’automobile, ma non il baseball.

Come il cubo di Rubik questo sport ha un fascino irresistibile quando provi a capire come funziona. Quando scopri il punto di vista da cui si vede la sua essenza.

Due cose di base: ci sono 9 giocatori per 9 ruoli diversi. Chi gioca in difesa, a turno gioca anche in attacco, ad eccezione del lanciatore (a volte). È uno sport di squadra, senza dubbio, ma quando tocca al battitore è anche un po’ uno sport individuale, almeno per lui che si deve assolutamente giocare quella palla sotto gli occhi dei compagni di squadra e dell’allenatore. Il battitore sta da solo sul campo con davanti la squadra avversaria schierata in difesa al gran completo. La sua battuta scatena il gioco. Tutti gli altri si vivono l’istante insieme nel dogout (la “panchina”), con un punto di vista a filo prato da cui si vede tutto molto bene: si vedono le basi e le linee nei particolari, la pallina che corre anche a più di 90 km orari, l’organizzazione della squadra e la comunicazione con i segni tra i giocatori, la tensione del gioco, quello che va bene e quello che va male. È uno strano e interessante punto di vista che ho provato con i miei occhi al diamante di Fossano quando ho incontrato Orlando Haces German (Kiny), l’allenatore professionista che viene da Cuba con 7 scudetti nel curriculum, e il veterano fossanese Gianpiero Forte, ex allenatore e giocatore della prima squadra (che sta in serie B).

Che cosa vedono loro da quel punto di vista? Non solo gioco.

“A me il baseball ha dato la sicurezza di vivere, mi ha insegnato ad aver fiducia in me stesso e a credere nella squadra e mi ha dato la forza di sopportare anche momenti non belli. Non si vince sempre la partita. È così. Ma devi vedere la parte positiva della vita, il bicchiere mezzo pieno, e andare avanti. Chiedo ai giocatori di mettercela tutta, rispettare le regole per costruire il gioco facendo prevalere l’interesse per la squadra. Fossano mi dà molta soddisfazione. C’è una comunità di persone che segue il baseball e che fa tutto: si trova a festeggiare le vittorie ed anche a riparare i buchi nella rete! Il baseball è bello per questo”, dice Kiny in perfetto italiano con accento sud americano.

“Per me il rapporto umano è la cosa più importante. Per me la squadra è la mia famiglia. Nel baseball ci sono storie di amicizia, vere, genuine, che fanno bene e fanno capire la vera essenza dello sport. Non conta il denaro nel baseball, solo il desiderio di fare sport per stare insieme e condividere momenti che restano impressi nella mente”, dice Gianpiero Forte.

Bellissimo il campo a forma di diamante, una forma che si addice a contenere un gioco basato sull’idea che l’uomo è un essere sociale ed ha bisogno degli altri.

Monica Mazzucco
La Fedeltà, gennaio 2014