Questa è l’ultima riflessione ad alta voce su chi ama lo sport, i sogni, la vita, il gioco, le coperte, le partite, le salite… Tra poco più di una settimana – domenica 29 settembre – finalmente metteremo i piedi tutti insieme nella camminata da San Michele a Boschetti, con le squadre, gli allenatori, i presidenti, Derio e tutti quelli che desiderano camminare sui passi di Santiago, sognare ad alta voce e pensare a quanta vita c’è nello sport.

Per concludere condivido qui le idee scambiate con lo “storico” CAI di Fossano, parlando con Angelo Brizio, Sergio Vizio e Osvaldo Imberti. 

Di montagna, di boschi, di accompagnatori, di bellezza e di CAI

All’alpinismo sono necessarie le Alpi, ovvero l’ambiente “selvaggio” e la difficoltà di attraversarlo. Sono necessarie le pietre sconnesse su cui è difficile stare in equilibrio, le fatiche rischiose per raggiungere una cima isolata, il brivido di paura nel silenzio delle grotte. Scrive l’alpinista e scrittore Reinhold Messner: “Il fascino della montagna è dato dal fatto che sono belle, grandi, pericolose”. Sì, è così! Chi va in montagna ama questa grandezza e bellezza e cercandola finisce, forse, con amare e prendersi cura di ciò che trova assecondando l’inclinazione di un sentiero. “Provate nel bosco di notte a battere violentemente le mani. Osserverete lo scatto irato e nevrotico del carpino, il sussulto del maggiociondolo, il brivido di paura del frassino e la rispostaccia dell’acero”. Questo che scrive è Mauro Corona, montanaro innamorato dei boschi.

L’accompagnatore CAI (che è un po’ una figura che corrisponde all’allenatore nei vari sport che ho incontrato nelle scorse settimane, perché tiene i corsi organizzando escursioni per i giovani) ha proprio quel compito: accompagnare – non guidare, non allenare e non esclusivamente insegnare – a percorrere la montagna, innamorati di grandezza e bellezza e lasciare a ciascuno il piacere di scoprire qualcosa di sé, qualcosa della Natura, qualcosa dello stare con gli altri. Angelo, Sergio e Osvaldo lo sanno bene perché da molti anni si dedicano al CAI di Fossano: “Si parla di ACCOMPAGNATORI, non di ALLENATORI, e andare in montagna non è uno sport. Non parliamo di competizione. Parliamo invece di passione per l’ambiente naturale integro, di rapporto con gli altri, di stare bene insieme, di gioia e sofferenza, di valori della vita”. Più prosaicamente possiamo dire che l’accompagnatore CAI sta con te quando si tratta di scegliere di quale pietra fidarsi prima di mettere il piede, di accendere una lampada all’acetilene sul caschetto senza vedere niente, di annodare una corda ragionevolmente sicura, di stare al freddo nei rifugi e i bivacchi per la prima, la seconda, la terza volta… e in molti altri momenti in cui è più bello non essere soli davanti alla grandezza della montagna.

Ad esempio quando è il momento di ammirare la bellezza di un gesto, o di un luogo o di una condizione particolare della luce. Senza giudizi, senza mete da raggiungere. In pace con il mondo. E così sconfiniamo in un altro campo, che non riguarda più né sport né il CAI – che come sappiamo tutti è un’associazione aconfessionale – ma riguarda la spiritualità. C’è una parola che descrive il cortocircuito uomo-bellezza-spiritualità ed è “contemplazione”. Ognuno le dia il significato che crede. Mi piace che sia l’ultima parola prima della camminata di Santiago della prossima settimana!

 “La mia vita in montagna e la mia azione sono indissociabili con la mia fede. Sono profondamente credente. Non faccio del proselitismo, concepisco che altri vogliano seguire altre strade. Non faccio parte dei “mistici – lirici” che vedono nella montagna un luogo che avvicina a Dio. È solamente un luogo abitato dalla bellezza del mondo e dalla luce dell’altitudine. Io credo che la mia vita non sia frutto del caso, con le sue montagne russe e i suoi passaggi al buio, tutto quello che mi è stato concesso di vivere io lo devo vivere, e non ringrazio solo la vita, ma l’autore della vita stessa, perché io credo”. Patrick Gabarrou

Patrick Gabarrou è un grandissimo alpinista e guida francese, ed è filosofo e scrittore. Ha aperto ben sei nuove vie sul Monte Bianco e altri itinerari divenuti dei classici. Atleta polivalente, ha tracciato vie su roccia, ghiaccio e misto, contribuendo soprattutto all’evoluzione dell’arrampicata su ghiaccio. Sarà a Boschetti il 29 settembre alle 21, dopo la camminata di Santiago.

Grazie al CAI per averlo invitato a Fossano.

Monica Mazzucco
La Fedeltà, settembre 2013