Uno spazio culturale integrato nel palazzo vescovile che riunirà Museo, Archivio e Biblioteca della diocesi

Apre il cantiere del Mab, un investimento per il futuro

di Carlo Barolo e Monica Mazzucco (tratto dal settimanale La fedeltà)

Ha aperto da pochi giorni nel palazzo vescovile di Fossano il cantiere del Mab.
Mab è la sigla che riunisce il Museo diocesano, l’Archivio e la Biblioteca e rappresenta lo spazio in cui sono conservati e valorizzati i beni culturali ecclesiastici locali. “Conservare e valorizzare sono due facce della stessa medaglia quando si tratta di cultura e conoscenza – spiega il vicario generale della diocesi don Pierangelo Chiaramello -, non si può infatti tutelare qualcosa senza renderlo fecondo, senza metterlo in gioco attraverso la sua fruizione, la sua interpretazione. Il Mab è quindi un luogo della cultura, un istituto culturale che contribuisce al processo di conoscenza e approfondimento della storia della Chiesa che a Fossano è stata vissuta per secoli da uomini e donne, come il patrimonio ben racconta”.

In questi primi mesi si procede con i lavori edili che interessano i locali al piano terreno del palazzo vescovile, sul lato che corre lungo via Dante (nella foto in alto la sezione interessata vista dal cortile interno): in questo stabile, negli ampi spazi prima occupati dal Museo (nella foto piccola il porticato a lato dei locali), verranno collocati l’Archivio e la Biblioteca. I lavori di questo settore dovrebbero concludersi prima dell’estate 2020. Una seconda tranche di lavori interesserà il Vescovado vero e proprio, dove verrà ricollocato il Museo diocesano. Tre i locali che verranno interessati dal progetto e che in questo modo torneranno ad essere utilizzati e vissuti.

Il costo complessivo dell’intervento è di 1 milione e mezzo di euro, ripartiti equamente tra Diocesi di Fossano, Opera diocesana preservazione della fede e fondi 8 per mille provenienti direttamente dalla Conferenza episcopale italiana. Un investimento consistente che risponde ad una logica di riduzione dei costi e di integrazione delle varie strutture ora esistenti: “La dispersione del patrimonio storico, librario e artistico in più strutture sarebbe ingestibile, anche dal punto di vista dei costi. Si è deciso perciò – chiarisce don Chiaramello – di integrare e di concentrare in un unico luogo in modo da garantire una migliore conservazione e gestione amministrativa di questo prezioso patrimonio”.

Tre istituti culturali integrati

La completa integrazione verso cui viaggiano i tre istituti culturali inizia proprio dall’organizzazione funzionale dei luoghi in cui tutelare il patrimonio. Tutti gli ambienti destinati alla conservazione di opere e documenti antichi devono essere preparati con particolare attenzione e devono rispondere a specifici standard per la conservazione, il monitoraggio del materiale pittorico, scultoreo, di oreficeria, documentale e librario. L’adeguatezza del luogo in cui il patrimonio è conservato è uno dei fattori più importanti da tenere in considerazione per la tutela dei beni culturali. Ecco perché il cantiere inizia dall’allestimento di questi luoghi dedicati alla conservazione.

Non è tutto. Poiché conservazione e valorizzazione sono due facce della stessa medaglia, fin da subito saranno aperti alcuni spazi di natura didattica, utili alla ricerca, alla consultazione, in una parola all’interpretazione alla storia del popolo credente della diocesi di Fossano. “Una storia che non finiremo mai di conoscere e comprendere – dice ancora il vicario -, che abbiamo potuto esplorare in molte occasioni, come la festa di San Giovenale, nelle mostre permanenti e temporanee ospitate al Museo diocesano, nelle aperture straordinarie di chiese e cappelle, nelle lectio e negli eventi culturali, nelle pubblicazioni e ricerche, nei ritiri, negli incontri di preghiera, nelle visite accompagnate e in molte altre occasioni”.

Il Mab, un luogo della memoria e del dialogo

Le “cose sacre e antiche” hanno molte vite. In ogni epoca sono state ritrovate, riordinate e rilette, a seconda delle domande poste in quel periodo nel cuore degli uomini e della comunità. Il Mab diventa così custode del patrimonio storico e culturale della Chiesa locale, una necessità non più rinviabile in vista della fusione delle due diocesi, con l’obiettivo di consegnare qualcosa di vivo alle generazioni future.

“Sì, il Mab custodisce il patrimonio con la funzione di dare ancora vita e ancora tempo ai beni ecclesiastici come i manoscritti, i fondi librari, le macchine sceniche e processionali appartenute alle confraternite, le tele di santi e benefattori – conclude don Chiaramello -. Se li avremo conservati bene ci saranno ancora per le prossime generazioni. E si potrà a lungo percepire il contatto diretto con la vita di altri tempi, con le radici, e quasi dialogare con genti lontane nel tempo o nello spazio: un dialogo virtuale ma non meno reale nelle nostre menti. E il dialogo produce, le storie aiutano ad abbattere gli stereotipi e anche a riflettere meglio su noi stessi, sul nostro agire. Si dice che una comunità che non racconta più storie, è destinata a frantumarsi e morire. Il Mab deve essere innanzitutto questo, un luogo dove fare collettivamente esperienza della storia e del dialogo. Una palestra di cultura dove i beni sono gli attrezzi, le storie, gli esercizi e dove al centro ci sono le relazioni e le persone”.

Mab diocesani: indicazioni a livello nazionale

“Gli istituti culturali Mab sono il presidio per garantire una crescita completa e consapevole dell’essere umano e sono luogo d’incontro e di scambio, culturale e cultuale, anche tra fedi religiose e tradizioni diverse. Apriamo, dunque, musei, archivi e biblioteche! Apriamoli fra di loro, perché imparino a collaborare e a saper guardare a prospettive comuni, apriamoli ancor più alla gente, con sempre maggiore spirito di servizio e accoglienza”. Valerio Pennasso, direttore dell’Ufficio per i beni culturali della Cei (4 giugno 2019, conferenza “Aperti al Mab”). Uno sguardo progettuale verso il futuro degli istituti culturali ecclesiastici è sottolineato anche da Papa Francesco che durante l’udienza con i responsabili dei musei ecclesiastici italiani nel 2019 ha detto: “Incoraggio anche le iniziative che portate avanti insieme con gli archivi e le biblioteche, mettendo in sinergia le vostre professionalità e la vostra passione. Insieme a volte si va più adagio, ma sicuramente si va più lontano”.

Gli istituti culturali ecclesiastici sono un vero cosmo. La Cei ne censisce attualmente 1.684: 851 archivi (208 diocesani e 643 non diocesani), 545 biblioteche (149 diocesane e 396 non diocesane), 288 musei (205 diocesani e 83 non diocesani). Per quanto possa apparire naturale che musei, biblioteche e archivi diocesani cooperino tra loro, la realtà è meno scontata e simili organismi integrati sotto il profilo istituzionale sono ancora pochi e pionieristici.

L’Archivio diocesano

L’Archivio storico diocesano è un istituto di conservazione raccomandato dal Codice di diritto canonico (1983): “Il vescovo diocesano abbia anche cura che nella diocesi vi sia un archivio storico e che i documenti che hanno valore storico vi si custodiscano diligentemente e siano ordinati sistematicamente”. La funzione dell’Archivio storico è quella di garantire la custodia e la tutela della documentazione storica prodotta dalla comunità cristiana locale, sia nell’ambito spirituale che temporale, nonché l’ordinamento dei fondi conservati e la produzione di strumenti di ricerca, come inventari e repertori. L’Archivio diocesano di Fossano conserva la documentazione prodotta dalla Curia vescovile, dal Capitolo della Cattedrale, dal Seminario vescovile, oltre che alcuni fondi parrocchiali e quelli delle tre Confraternite dei Battuti Bianchi, Rossi e Neri. La documentazione si articola in circa 170 metri lineari con atti redatti a partire dal 1476. L’archivio è aperto al pubblico con orario regolare il martedì, mercoledì e venerdì dalle 9 alle 12. Esso partecipa al progetto di catalogazione degli archivi ecclesiastici diocesani voluto dalla Cei (CeiAr) per la redazione di un inventario digitalizzato redatto secondo gli standard internazionali.

La Biblioteca diocesana

La Biblioteca diocesana di Fossano, istituita con decreto di mons. Piero Delbosco nel 2016, è un istituto di conservazione che raccoglie i fondi librari delle principali istituzioni diocesane. Comprende i libri della biblioteca vescovile, della biblioteca del seminario vescovile, della biblioteca capitolare oltre a quelli di alcune parrocchie. La sua consistenza è di circa 15.000 volumi in gran parte antichi. La Biblioteca fa riferimento al centro rete di Fossano e sta realizzando un catalogo on line del proprio patrimonio librario che è ospitato sul sito web del Servizio bibliotecario nazionale (cioè la rete delle biblioteche italiane promossa dal ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, il cui catalogo collettivo è raggiungibile all’indirizzo web www.iccu.sbn.it). Oltre ai fondi storici la Biblioteca conserva un gruppo di pubblicazioni moderne di storia in generale, di storia dell’arte e dell’architettura locali. Biblioteca ed Archivio diocesani operano come un unico organismo e condividono orari di apertura e personale.