Una storia della diocesi non può prescindere da quanto è successo prima che la stessa venisse ufficialmente costituita; è quindi necessario fare un cenno, a quella che possiamo definire la storia religiosa, o storia della Chiesa, sul territorio fossanese prima del 1592, anno di fondazione.
Certamente non mancano i riferimenti e le opere che di questo hanno trattato, anche a livello approfondito, ed a quelle ovviamente si rimanda quanti vorranno informarsi più dettagliatamente; qui ci limiteremo a dire che risulta estremamente difficoltoso avere notizie certe sull’esatto periodo in cui si andò diffondendo la religione cristiana nelle nostre zone.
Tradizionalmente si vuole che sia stato san Dalmazzo colui che, per primo, diffuse il cristianesimo nel cuneese e quindi anche in tutta o in gran parte della attuale diocesi fossanese; furono certo i monaci dei diversi conventi, priorati ed abbazie sparsi nella zona, tra le aree pedemontane ed il fiume Po, a farsi diffusori del Vangelo di Cristo e ad avere la prima cura pastorale delle popolazioni che abitavano le nostre zone; resta comunque dubbio il tempo in cui si affermò tra noi l’organizzazione delle chiese e delle pievi, facendola risalire qualche autore già al VI – VII secolo e propendendo invece altri per l’ipotesi che una organizzazione plebana non possa essere ipotizzata se non ad un periodo di poco precedente la seconda metà del IX secolo.
Comunque siano andate le cose, il territorio fossanese venne incluso nel territorio della diocesi di Torino mentre la parte del territorio posto oltre Stura era compreso nella diocesi di Asti.
Quando il comune di Fossano viene costituito (1236) esistevano già almeno tre strutture ecclesiastiche e precisamente la chiesa di San Giorgio in Fossano, la collegiata di Santa Maria a Romanisio, la chiesa di Santa Maria del Lago nella regione di Cussanio; tutto questo per tacere della parrocchia signorile di Villamirana legata alla famiglia degli Operti, della Chiesa di San Gervasio che esisteva sul confine tra territori di Fossano e Centallo presso il torrente Mellea, della pieve di San Giovanni in Centallo dipendente dall’abbazia di S. Maria di Cavour e di quella di S. Maria “de Nasso”, sempre a Centallo, che dipendeva dall’abbazia di San Dalmazzo di Pedona e di tante altre ancora.
Costituitosi il Comune di Fossano, ben presto le parrocchie si fecero più numerose e, accanto a quella più antica di San Giorgio, furono trasferite in epoche diverse quella di santa Maria del Lago o di Fraschea o del Salice, la parrocchia signorile di san Giovanni Battista da Villamirana nonché la collegiata di Santa Maria da Romanisio. Rimasero, sparse sul territorio, varie chiese minori e cappelle come Santa Maria di Pensolato ed altre, mentre diverse ne sorsero man mano che la popolazione dei vari paesi si consolidava e cresceva, dando luogo ad una serie di cappellanie e chiese battesimali, primo passo per la successiva erezione delle parrocchie.
Possiamo quindi dire che l’inizio della storia della Chiesa e del cristianesimo nel fossanese va correlato, per un verso, alla storia generale della diffusione del cristianesimo in Piemonte e, per altro verso, alla storia della Chiesa nell’area piemontese e, in specifico, alla storia della diocesi di Torino.
Se vogliamo, qualche notizia più specifica sulla Chiesa in Fossano la possiamo leggere nella Historia della Chiesa di san Giovenale, lasciataci manoscritta dal Caramelli e pubblicata con un ampio saggio introduttivo di Giorgio Barbero.
Il trasferimento della collegiata anzidetta fu il fattore principale che rese importante, sotto il profilo ecclesiastico, il luogo di Fossano per il peso non indifferente che, sulle successive vicende, ebbe la presenza del Capitolo dei Canonici. Non fu senza grosse preoccupazioni economiche che ebbe luogo il trasferimento della collegiata da Romanisio, per l’onere che si dovette incontrare per la costruzione della chiesa e le abitazioni dei canonici costituenti il Capitolo; cosicché circa cento anni dopo molti lavori ancora restavano da concludersi e, tra questi, la costruzione del campanile, opera che venne intrapresa dal canonico-prevosto Oddino Barotto, la figura più illustre e fulgida, sotto il profilo della santità di vita, vissuta in Fossano alla fine del ‘300.