Inaugurazione anno accademico STI

Alla presenza dei Vescovi delle Diocesi di Fossano-Cuneo mons. G. Cavallotto, di Mondovì mons. L. Pacomio, di Saluzzo mons. G. Guerrini, di Alba mons. G. Lanzetti e dell’emerito mons. N. Pescarolo, martedì scorso è stato inaugurato il nuovo anno accademico dello Studio Teologico Interdiocesano, che si avvale di un nuovo Direttore: dopo 10 anni di prezioso servizio infatti, don Pierangelo Chiaramello, ora rettore del Santuario di Cussanio in Fossano, passa il compito al saluzzese don Luca Margaria (nella foto a sinistra), fino ad oggi vicedirettore.

Il tema scelto per la consueta prolusione, “Matrimonio: nodi irrisolti e questioni aperte”, si pone in sintonia con l’evento ecclesiale del Sinodo straordinario sulla Famiglia appena concluso; a svilupparlo è stato invitato il prof. don Andrea Bozzolo (nella foto a destra), Preside della Pontificia Università Salesiana-Sezione di Torino.

Il nodo centrale attorno al quale il professore ha sviluppato il suo intervento, è stato quello della fede di coloro che chiedono di celebrare il matrimonio cristiano; infatti, testi canonici alla mano, è sorprendente notare che la fede personale dei fidanzati, non è uno degli elementi essenziali per la valida celebrazione del sacramento delle nozze. Già Benedetto XVI in uno dei suoi ultimi interventi, nel gennaio 2013, poneva in questione il fatto che “il patto indissolubile tra uomo e donna non richiede, ai fini della sacramentalità, la fede personale dei nubendi”, chiedendone un approfondimento.

Se in epoca di “cristianità” poteva presumersi una certa adesione a Gesù Cristo e alla comunità cristiana dei futuri sposi (affermazione decisamente azzardata ma sintetica per un breve articolo come questo!), oggi certamente non è più così; il prof. Bozzolo ha evidenziato l’origine di questo problema, nella separazione moderna tra la fede e gli affetti, alla quale è necessario dare voce: cosa vuol dire sposarsi nel Signore? Cioè: cosa ha da dire Gesù di Nazareth del mio affetto? Ha da dire qualcosa all’amore, all’attrazione che provo per questa donna, per questo uomo, per la nostra storia? Al mio essere padre o madre, e prima ancora al mio essere figlio o figlia, la fede, aggiunge qualcosa, arricchisce solamente la mia relazione, oppure si pone come principio ultimo della buona riuscita del mio legame?

Solo recuperando un adeguato senso della fede, che articoli meglio il nesso tra azione divina e storia degli affetti, ha concluso il prof. Bozzolo, potrà esplicitarsi la verità del matrimonio cristiano e la dimensione ecclesiale del suo accompagnamento che, non dimentichiamo, affondano le radici nell’atto della celebrazione, la quale, se non si è almeno “un pochino credenti”, forse, sarebbe bene non prendere subito in considerazione.

Paolo Tassinari