A chi volesse un quadro introduttivo alle questioni che saranno dibattute nel prossimo Sinodo dei Vescovi sulla Famiglia, sono senz’altro da segnalare tre recenti pubblicazioni: la prima, più corposa ed esauriente, è intitolata “Famiglia e Chiesa: un legame indissolubile. Contributo interdisciplinare per l’approfondimento sinodale”, Libreria Editrice Vaticana, curata da A. Bozzolo, M. Chiodi, G. Dianin, P. Sequeri e M. Tinti. La seconda, più concisa ma non meno impegnativa, è: “Per tutti i giorni della mia vita”. L’indissolubilità tra realtà e retorica, ed. Cittadella, a cura dei proff. A. Grillo e B. Petrà; la terza, decisamente più agile e snella ma di una lucidità stupefacente di mons. J.-P. Vesco, “Ogni amore vero è indissolubile. Considerazioni in difesa dei divorziati risposati”, ed. Queriniana (GdT 374).

I primi due volumi contengono gli Atti di alcuni seminari di studio, svolti in linea con quanto disse Francesco alla chiusura dei lavori del Sinodo straordinario, quando chiese di “trovare soluzioni concrete a tante difficoltà e innumerevoli sfide che le famiglie devono affrontare”; il terzo è il contributo di un Vescovo algerino, che si pone sulla stessa scia delle intenzioni degli autori precedenti. Quindi non la semplice riproposizione di traguardi raggiunti, ma il tentativo di ricomprendere le questioni e suggerire/proporre risposte, così da dare altro materiale da dibattere ai Vescovi che si riuniranno in Sinodo.

Nel primo volume sono raccolti gli interventi pronunciati nel corso di tre seminari promossi dal Pontificio Consiglio per la Famiglia (“Matrimonio: fede, sacramento, disciplina”, “Famiglia, amore sponsale e generazione”, “Famiglia ferita e unioni irregolari: quale atteggiamento pastorale”), ai quali avevano preso parte teologi, moralisti, giuristi ecclesiastici e laici italiani ed esteri che da sempre si dedicano agli studi del matrimonio e della famiglia.

A detta di alcuni osservatori, è questo lo studio più avanzato svolto dentro il Vaticano in merito alle ferite della famiglia e alle loro soluzioni, che ovviamente ha carattere solo consultivo, non impegna cioè a nulla il Sinodo, ma nonostante ciò, la volontà di mostrare che a livello pastorale qualcosa si potrà toccare, c’è tutta.

D’altronde, se l’enciclica Familiaris Consortio e le catechesi sulla famiglia di san Giovanni Paolo II fossero già il massimo della riflessione teologica e pastorale post conciliare a proposito di matrimonio e famiglia (nel senso che “oltre”, “più in là” sarebbe impossibile andare), perché mai mettere in moto un processo così laborioso e lungo quale quello avviato da Francesco?

Nel secondo testo invece sono raccolti gli atti di un seminario di studio svolto presso l’Accademia Alfonsiana di Roma, col patrocinio delle Associazioni Teologiche Italiane dei Moralisti e dei Liturgisti, dal titolo: “Matrimonio: contratto, sacramento, indissolubilità. Forme storiche e usi retorici di categorie classiche”.

Il primo capitolo (“La indissolubilità nella sua origine medievale: questioni aperte ed eredità moderna”), si impegna a ricostruire il quadro della storia della indissolubilità matrimoniale, dall’alto medioevo fino alla età scolastica. Segue un capitolo dedicato alla “retorica della indissolubilità” nel contesto canonico e morale contemporaneo (“L’inevitabile carattere retorico dell’attuale discorso cattolico sulla indissolubilità e la necessità di andare oltre”), per finire con una riflessione sulle prospettive di approfondimento che si aprono nel dibattito ecclesiale in vista del prossimo Sinodo (“Oltre il paradigma medievale/moderno: una teologia del matrimonio dopo Dignitatis Humanae”); una ricomprensione della storia del concetto di indissolubilità, con esiti tutt’altro che scontati.

Il libro di mons. Vesco, tradotto da poco in italiano, è stato scritto espressamente per il lavoro di ripensamento della disciplina ecclesiale in vista del duplice appuntamento sinodale: il testo mantiene un contatto forte con il magistero ecclesiale recente, facendo però emergere i limiti della disciplina scaturita da Familiaris Consortio n°. 83-84 (frutto del precedente Sinodo sulla Famiglia del 1980), mostrandone tutte le contraddizioni umane, ecclesiali, teologiche e giuridiche, perché secondo l’autore, ogni e qualsiasi amore di coppia quando è autentico, lascia di per sé una traccia definitiva, incancellabile. Riconoscendo valore all’indissolubilità, il vescovo algerino  propone di distinguere più adeguatamente, senza mai separare, “matrimonio sacramento”, “unicità” e “indissolubilità”, recuperando nel diritto canonico una differenziazione decisiva fra reato istantaneo e reato permanente. Propone di pensare a un accompagnamento spirituale-penitenziale al termine del quale, a determinate condizioni, si possa aprire la via al perdono sacramentale. La Chiesa aiuterebbe a quel punto chi ha fallito nella precedente unione ad affrontare il passato, a considerare le ragioni della rottura, a esaminare la propria responsabilità, per poter accedere al sacramento della riconciliazione. Non un diritto al perdono, ma un diritto a poter chiedere perdono.

Prospettive ed esplorazioni che appaiono avvincenti, nello stesso tempo complesse e di non facile coniugazione, ma che non possono essere ignorate per formarsi una opinione onesta in vista del Sinodo di ottobre e di ciò che ne scaturirà; studi che ci offrono una storia e una base teorica alle questioni che sono contenute nello strumento di lavoro in mano ai Vescovi; contributi significativi a testimonianza di una Chiesa in uscita, meno autoreferenziale e capace finalmente di mettersi in discussione; analisi che speriamo capitino in mano ai padri sinodali, così da illuminare le loro scelte.

Tre libri: un’introduzione ad un autunno che si presenta molto più “caldo” di questa estate!