La Cattedrale luogo della Preghiera Liturgica

La nostra bella Cattedrale, nella sua ristrutturazione pavimentale e nella ripulitura generale, ha visto anche la riorganizzazione degli elementi che contribuiscono a dare allo spazio liturgico il suo orientamento: l’altare, l’ambone, la sede. La celebrazione eucaristica, infatti, vede la sede del presidente a più diretto contatto con l’assemblea (e nello stesso tempo in dialogo con la Cattedra, cioè la sede del Vescovo); l’ambone (luogo a cui si sale per proclamare le letture) come “cerniera” tra aula assembleare e presbiterio; l’altare come centro visibile al quale la comunità riunita guarda orientandosi per la preghiera.

La nuova disposizione è un richiamo a quella fedeltà dovuta alla riforma liturgica, nell’attesa di passare ad un progetto di adeguamento liturgico stabile, ed esige la presenza di ministri, cioè di persone che si mettono a servizio della celebrazione: cantori, musicisti, lettori, ministri straordinari della comunione, ministranti (chierichetti) anche adulti, etc. Sarà quindi necessario – per ritus et preces – cioè attraverso i riti e le preghiere, esercitarsi alla celebrazione del Mistero secondo la ritualità prevista dal Messale di Paolo VI e da tutti i libri liturgici della riforma liturgica.

Celebrare secondo le indicazioni del Messale vuol dire entrare meglio nel senso della preghiera, nel senso del Vangelo, nel mistero di Gesù, e questo entrare avviene non mediante discorsi o spiegazioni, ma attraverso un’esperienza, quella appunto rituale, dove gesti compiuti con eleganza, parole proclamate con verità e silenzi vissuti senza smarrimento, consentono a tutti di poter accogliere Gesù Cristo. Ciò che si fa in Cattedrale, poi, assume una particolare rilevanza, essendo la ‘Chiesa del Vescovo’; e qui è necessario imparare l’arte del celebrare: dobbiamo tutti diventare più capaci di mettere in atto quanto le norme liturgiche prevedono, interpretandone il valore, la dinamica, la vivacità. Può essere stimolante riascoltare quanto scriveva, sul tema della Cattedrale, l’allora Arcivescovo di Milano Mons. Giovanni Battista Montini, futuro papa Paolo VI:

La sacra liturgia (…è) la voce propria della Cattedrale; è la preghiera, è l’azione, è il mistero della Chiesa nel suo vero posto, nella sua più gloriosa e misteriosa epifania. È la liturgia che fa parlare le pietre; (…) è la liturgia che svela e realizza il segreto della Cattedrale, perché rende qui attuale, nella sua migliore pienezza, il mistero della presenza di Cristo, Pane della Vita, (…) di Cristo Via Verità e Vita per noi, di Cristo l’Emanuele, che mantiene la promessa di accompagnare i nostri passi nella storia fino alla fine del tempo, di Cristo il Signore, che qui ricordiamo venuto, celebriamo presente, attendiamo futuro, tutti insieme stretti ed ordinati nel suo Corpo mistico, tutti insieme quasi a Lui sospesi e verso di Lui sospiranti: Amen, così sia; vieni, o Signore Gesù! (Ap. 22,20).