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Domenica 22 gennaio ’17 si è tenuta a Fossano la seconda delle giornate per  famiglie organizzate dagli Uffici per la Pastorale Famigliare delle 5 Diocesi della provincia di Cuneo con un ospite d’eccezione: don Michele Falabretti, Direttore da 4 anni dell’Ufficio di Pastorale Giovanile nazionale della CEI, attualmente impegnato alla preparazione del futuro Sinodo che Papa Francesco ha voluto sui giovani.

L’intervento che è stato richiesto a don Falabretti aveva per titolo: “Aiuto!! Mi crescono i figli!! Accompagnare o tirare a campare?”.
Il titolo nella sua prima parte testimonia ansia rispetto alla crescita dei nostri ragazzi, questa è stata la prima lettura di don Michele, che ha poi affermato che tuttavia quell’intento possibile di accompagnamento ci restituisce respiro, ci interroga e ci mette in cammino.

Don Falabretti ha quindi svolto la sua relazione individuando due punti di vista, o meglio di osservazione, il primo centrato sui ragazzi ed il secondo rivolto su noi famiglie.
I ragazzi di oggi,  ci dice alla luce della sua esperienza passata come curato di oratorio, hanno gli stessi bisogni di quelli di un tempo, che forse ci sembrano più famigliari. Bisogno essenzialmente di amore, di cure, regole distribuite con amorevolezza e grande bisogno di ascolto. Il contesto intorno certamente è cambiato rispetto a quello che ha visto noi adolescenti: i mutamenti sociali e sociologici sono velocissimi, le distanze si coprono più velocemente, gli stimoli che raggiungono continuamente i ragazzi sono molteplici e variegati. Alcuni riti di passaggio sono venuti meno, momenti un tempo circoscritti si sono dilatati (possibilità di studio, esperienze fuori casa quando non addirittura all’estero)  … ma i processi di crescita, di interiorizzazione, ci dice, richiedono ancora tempo, lo stesso tempo che hanno richiesto a noi, un tempo che forse non sta a ritmo con le nostre vite, e che dunque noi dobbiamo intercettare ed assecondare. Gli adolescenti di oggi come quelli di ieri sono impegnati nel compito della lotta con il mondo adulto, del rifiuto di ciò che conoscono, di quanto gli è stato trasmesso. E questo, ci rassicura don Michele, è sano e normale. E come in un gioco di mattoncini, quando si distrugge quel che c’era per costruire altro, torneranno a ricostruire a partire da quei valori, da quelle regole, dall’esempio che un attimo prima avevano buttato all’aria. E’ dunque per noi genitori il tempo della pazienza e della fiducia: la pazienza di lasciarli a quella lotta, e fiducia che sceglieranno ancora i ‘mattoncini’ che, nella relazione, abbiamo consegnato loro.

Gli adulti che ruotano intorno ai ragazzi sono chiamati ad interrogarsi rispetto allo sguardo che rivolgono loro: un atteggiamento di contenimento e controllo, che rischia di escludere l’ascolto, oppure un desiderio autentico di comprenderli, che conduce naturalmente all’ascolto? Ascoltare ci ricorda don Falabretti non significa assecondare, è invece condizione fondamentale per accompagnare. Ascoltare ci porta a trovare le ragioni per poter dire sì o no, e non possiamo farlo fuori da un contesto di relazione. Desideriamo accompagnare i nostri figli, verso dove? Sulle strade che noi sceglieremmo, o abbiamo scelto, per loro oppure su quelle che loro intendono esplorare, e probabilmente noi non conosciamo? I ragazzi ci dice ancora don Michele sono spesso presi da dinamiche che definisce di erranza: conoscono la meta cui tendono, ma scelgono di percorrere vie non note, non usuali, esplorando. A noi adulti, genitori, insegnanti, educatori, alleati in un disegno, un progetto comune di sostegno alla loro crescita (come peraltro il Papa stesso ci richiede nell’esortazione apostolica Amoris Laetitia al numero 84) il compito di imparare ed affinare l’arte di interpretare i bisogni, i disagi, i sogni dei nostri ragazzi, riscoprendo la condivisione di un tempo buono con loro, libero dalla rigidità delle verità calate dall’alto ma denso di presenza ed ascolto.

La mattinata si è conclusa con l’Eucarestia celebrata da Monsignor Brunetti, Vescovo di Alba.