L’inizio della Quaresima in questo anno 2020 coincide con una settimana particolare, in cui le nostre comunità sono cariche di apprensione per la diffusione di un virus pericoloso per la salute. Tra le precauzioni adottate ci sono anche quelle che riguardano le celebrazioni pubbliche, con assembramento di persone, che potrebbero favorire la diffusione del contagio. Sono previste, perciò, misure precauzionali che limitano le celebrazioni. Questa circostanza dolorosa può trasformarsi in occasione di conversione. Mette in risalto la nostra estrema vulnerabilità, come afferma il rito delle ceneri: «Ricordati che sei polvere …».
La Quaresima inizia ugualmente, anche con la difficoltà a celebrarne i riti. Inizia nell’impegno personale di ogni fedele nella vita ordinaria e con la propria famiglia. Ciascuno potrà trovare i modi adatti per dedicare qualche momento apposito alla preghiera in casa, alla lettura della Parola del Vangelo (a partire da Mt 6,1-6.16-18), a momenti di silenzio e riflessione nel segreto dalla propria stanza.
La Quaresima è una Quarantena essenziale per la salute dello spirito. Ci aiuta a contrastare i virus spirituali, di cui il più pericoloso è la tristezza. Insieme ad essa vengono tutti gli altri virus che contaminano lo spirito, tolgono forza al cuore, rendono arida la vita quotidiana e ci rendono insensibili a quanti oggi attraversano la passione delle sofferenze e delle ingiustizie.
Buona quarantena a tutti, per ritrovarci un po’ più sani almeno per la Pasqua!

mons. Piero Delbosco, Vescovo di Cuneo e di Fossano

Che cosa serve per contrastare il virus della tristezza?

Primo: umiltà e desiderio sincero di lasciarsi cambiare interiormente.

Secondo: preghiera quotidiana per chiedere l’aiuto di Dio per compiere fino alla fine il cammino intrapreso.

Terzo: moderarsi nel mangiare, nel bere, nel divertimento, nelle continue attività, nelle parole, nei pettegolezzi, nelle lamentele …

Quarto: staccare ogni tanto telefono, televisore, pensieri per stare in silenzio, ringraziare Dio, riflettere.

Quinto: confessarsi, dicendo con sincerità i propri peccati, le proprie paure, la propria miseria.

Sesto: compiere piccole opere di misericordia nella propria casa e nel proprio ambiente di vita.

Settimo: staccarsi un po’ dai propri soldi e dai propri beni donando con generosità e senza farsi vedere.