Mezz’ora di bellezza. Forme e pratiche di gentilezza

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Tornano anche quest’anno gli appuntamenti con la “Mezz’ora di Bellezza” organizzati dalla Pastorale Giovanile di Fossano. Il 10 e il 24 marzo alle 18.30, presso la sala Sant’Agostino di Palazzo Righini (via Negri 20 – Fossano), viene ripresentato uno dei  momenti che ormai da anni caratterizza le stagioni della Diocesi di Fossano, rinnovato nella sua proposta.

Quest’anno infatti l’input per la riflessione verrà dato non più da una poesia, ma da un’altra forma d’arte. In collaborazione con le preziose compagnie teatrali di Fossano (La Masca Teatrale e La Corte dei Folli), ad offrire lo spunto saranno  infatti due intensi monologhi. Le forme d’arte teatrali sin dall’antichità prevedevano l’utilizzo di maschere che non a caso venivano chiamate personam da cui il nostro termine persona. Il termine etimologicamente significa infatti per – sonar, ovvero far risuonare. Se nel caso del teatro la maschera espleteva il compito di far risuonare la voce dell’attore, oggi nella nostra lingua il termine persona – con questa importante derivazione linguistica – evidenzia come diventiamo tali solo quando facciamo risuonare qualcosa di esterno in noi: una relazione, una passione, un valore, una Parola.

Sullo sfondo di questa riflessione, risulta chiaro come ancora una volta attraverso forme artistiche di bellezza, in quella mezz’ora verrà esplorata l’umanità che ci caratterizza in quanto persone, andando ad indagarne segreti e possibilità. In particolare la riflessione – tenuta da psicoterapeuti dell’istituto Adler di Cuneo – mirerà ad identificare forme e pratiche di gentilezza. In un periodo teso come questo, in cui spesso sembra prevalere la convinzione che le persone siano mosse dall’egoismo e che ogni slancio verso il prossimo sia in realtà solo una forma di autoconservazione, indagare la gentilezza è indispensabile perché continua ad esse­re un’esperienza di cui non si riesce a fare a meno. Tutto, nel nostro sistema di valori contemporaneo, contribuisce a far sì che sembri utile in alcune circostanze (lo è), ma anche potenzialmente super­flua, come le vestigia di un’altra epoca. E tuttavia la desideriamo, sapendo che la gentilezza – quel sentimento antiroman­tico che incoraggia la vitalità legata alla vulnerabilità – crea un coinvolgimento con gli altri che temiamo e allo stesso tempo cerchiamo con tutte le forze. “È la gentilezza, quindi, che rende la vita degna di essere vissuta e ogni attacco contro la gentilezza è un attacco contro le nostre speranze.”

L’appuntamento è allora per domenica 10 marzo alle ore 18:30. Annarita Martorello de La masca teatrale, insieme a Veronica Lo Sapio ci guideranno in questo itinerario per tenere accesa questa speranza di bellezza che abita gli slanci della nostra quotidianità.