Il Vescovo incontra coppie in nuova unione: presentazione del progetto diocesano

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Martedì 6 novembre alle ore 20.45 presso l’Aula Magna del Seminario di Fossano, mons. Delbosco desidera incontrare coppie in nuova unione, cioè con alle spalle una separazione oppure un divorzio, e che ora hanno dato origine ad una nuova stabile relazione nella forma della convivenza o del matrimonio civile (lo stesso incontro si svolgerà anche a Cuneo venerdì 9 novembre alle ore 20.45 presso il Seminario, in via Amedeo Rossi 28).

L’occasione è la presentazione di un progetto promosso dagli Uffici Famiglia delle diocesi di Fossano e di Cuneo, che intende raccogliere l’invito lanciato da Papa Francesco nel cap. VIII° di Amoris Laetitia, e dai Vescovi piemontesi nella Nota Pastorale di gennaio ’18 “Il Signore è vicino a chi ha il cuore ferito”, ad accompagnare, discernere e integrare nella compagnia ecclesiale, “secondo l’insegnamento della Chiesa e gli orientamenti del Vescovo” (AL 300) questi amici.

Lontano dall’idea fuorviante di voler stendere un manuale da scrivania, o come scrivono i Vescovi piemontesi, di ridurre la posta in gioco a “ticket da staccare in circostanze occasionali”, così da sminuire le intenzioni di Amoris Laetitia, il progetto vuole essere uno tra i possibili strumenti per offrire a coppie in nuova unione occasioni di dialogo e incontro, così da realizzare il discernimento personale, e riscoprire le diverse modalità di appartenenza alla comunità cristiana, “lasciando spazio alla misericordia del Signore che ci stimola a fare il bene possibile” (AL 308).

Non nascondiamo almeno un paio di timori: buona parte di coloro che vivono una nuova unione di coppia nella forma della convivenza o del matrimonio civile, per svariati motivi ha preso congedo dalla parrocchia, limitando una qualche partecipazione al tempo dell’iniziazione cristiana dei figli, tralasciando l’Eucarestia domenicale e altre occasioni di incontro. Questo dato tuttavia si presenta assolutamente in sintonia con la vicenda di qualsiasi altra coppia unita “nel Signore”: è sotto gli occhi di tutti infatti un progressivo distacco ed una appartenenza tiepida alla comunità cristiana da parte di un gran numero di coppie e famiglie.

Un secondo genere di timore nel presentare questo progetto, risiede nella consapevolezza di poter creare confusione in chi si sta preparando a celebrare il matrimonio cristiano, imbarazzo nei familiari e negli amici di chi vive una nuova unione, disorientamento in una comunità cristiana abituata a prassi consolidate dal tempo e resistente alle novità. Anche questo dato tuttavia si presenta assolutamente in sintonia con lo stile di Gesù Cristo attestato dai 4 Vangeli, non sempre apprezzato, condiviso e assunto da chi gli stava intorno, ma anche dalla testimonianza della Chiesa delle origini che a fronte del peccato grave di uno dei suoi membri, provvedeva coraggiosamente e creativamente a ricercare rimedio nella penitenza, nel perdono e nella integrazione.

Come Uffici Famiglia vogliamo entrare in questo itinerario, con umiltà e decisione, nella consapevolezza di calpestare un sentiero non ancora battuto, e quindi mettendo in conto inevitabili incertezze e possibili cadute, accettando così la sfida che l’incontro con la complessità della storia dell’altro porta con sé; siamo certi che questa fatica non risulterà vana ma promettente in quanto, come dice Amoris Laetitia, entrando in contatto con l’esistenza concreta degli altri alla luce della croce, “la vita ci si complica sempre meravigliosamente” (308).