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È questo il titolo della serata che verrà proposta nell’ambito del progetto “L’anello perduto”, in collaborazione con gli Uffici Famiglia del cuneese e guidata da don Derio Olivero.

L’idea che muove questa Celebrazione (non una Messa, ma un insieme di gesti e parole, con linguaggi creativi), la possiamo trovare nella nostra storia: ognuno di noi, infatti, porta dentro di sé qualcosa come una ferita, una frattura, uno strappo, una delusione che in qualche modo segna la sua esistenza (una crisi matrimoniale, ma non solo: pensiamo alla malattia o alla morte di un nostro caro, un insuccesso scolastico o professionale, desideri buoni finiti in malo modo, attese giovanili frizzanti risultate da adulti “bolle di sapone” e così via).

Di fronte all’esperienza del male, qualunque esso sia, il cristiano fa di tutto per non rassegnarsi, per non dargliela vinta, per lottare e rimanere in piedi, ma a volte, lo sappiamo bene, è faticoso; il male ci schiaccia, sembra insopportabile, pare non finire. Il dipinto a olio “Incredulità di Tommaso” di Caravaggio, una canzone di musica pop e una pagina del vangelo di Giovanni commentati da don Derio Olivero, ci offriranno buoni motivi per riprendere in mano la nostra storia, e dentro alle nostre ferite, riprendere oppure continuare a camminare. Si, il male mai potrà avere l’ultima parola sulla nostra storia! E’ questo che cerchiamo!

La Celebrazione sarà animata dalla cantoria della parrocchia di sant’ Antonio, e l’invito a partecipare è esteso a tutta la comunità cristiana.