Donne, madri, immigrate e lavoratrici. Sono questo e molto altro le dipendenti di “Impresa Donna”, un modello di economia solidale nato a Fossano per sostenere persone e famiglie in difficoltà. È aperto il mercoledì, il venerdì e il sabato dalle 9.30 alle 12.30 e dal martedì al sabato pomeriggio, solo per il ritiro, dalle 16.30 alle 19.30. Si trova in via Matteotti 32, nell’Officina del Possibile, ed esegue piccoli lavori di sartoria, lavanderia, stiro biancheria e sanificazione ad ozono per abiti e oggetti di ogni tipo.

Il neonato servizio è stato messo in piedi dalla Caritas Diocesana insieme alla cooperativa sociale Il Ramo, allargando così il laboratorio di Fondazione NoiAltri, uno spazio condiviso orientato al riuso e ai processi di integrazione sociale. Al suo interno operano ormai da cinque anni Bottega23, che si occupa di rivitalizzare e rimettere in circolo abiti usati, e Il Magazzino del Dono, l’emporio della Caritas fossanese. Nuova all’appello è l’impresa divenuta ormai simbolo di riscatto ed esempio di empowerment femminile.

Impresa è donna: il ruolo della solidarietà nell’economia fossanese

Si tratta di guardare le persone come un talento e una risorsa su cui investire, non come un costo sociale da smaltire spiega Maurizio Bergia, referente della cooperativa Il Ramo – ed è solo con questo cambio di prospettiva che è possibile dare vita ad attività solide, in cui la qualità e l’attenzione al recupero sono alla base del processo produttivo. Il nostro è un negozio dignitoso, con servizi e prezzi giusti che garantiscono un adeguato compenso alle nostre dipendenti. Questa è un’impresa a tutti gli effetti”.

Qualità, lavoro, prezzo e ambiente sembrano tracciare i punti di un circolo virtuoso che lega la solidarietà all’economia e alla capacità di sensibilizzare la comunità. “Puntare su Impresa Donna, come cliente e come imprenditore, significa lanciare una scommessa collettiva, – continua Bergia – cioè essere parte attiva di un processo che funziona bene e che fa del bene. I cittadini fossanesi che usufruiranno dei nostri servizi contribuiranno allo sviluppo di una filiera sociale che, oltre a soddisfare le loro esigenze, perseguirà un fine parallelo: dare lavoro a persone che ne hanno bisogno. Rivolgersi a Impresa Donna non significa soltanto ritirare dei pantaloni sapientemente stirati o accorciati, ma portare a casa la serenità di una donna che ha conquistato il suo ruolo produttivo, nonostante le difficoltà e le disparità di genere”.

Donna è impresa: la lotta contro le disparità di genere

Una vera sfida che ci impegna tutti e che sembra voler arginare un problema in gran parte al femminile aggravato dalla pandemia. Infatti, stando al report di Caritas “Gli anticorpi della solidarietà”, pubblicato il 19 ottobre 2020, fra le persone che si sono rivolte all’associazione durante l’anno quasi una su due lo ha fatto per la prima volta: si tratta principalmente di famiglie con minori, giovani e, naturalmente, donne.

Questa iniziativa è stata totalmente finanziata dall’Otto per Mille, – afferma Stefano Mana, direttore della Caritas di Fossano – un supporto che da sempre è attento a progetti dall’elevato valore sociale, finalizzati all’aiuto dei fragili, degli esclusi e alla costruzione della loro autonomia. Questa impresa è nata da una triste constatazione: all’interno delle famiglie in difficoltà che si rivolgono ai nostri servizi, le donne sono quelle che subiscono le conseguenze peggiori della crisi. Osserviamo che l’emergenza sanitaria e l’adozione delle misure restrittive stanno aumentando le disuguaglianze di genere preesistenti, esponendo le donne al rischio di essere ulteriormente marginalizzate da un punto di vista politico, sociale ed economico. La nostra missione, però, è quella di intravedere in questi equilibri ingiusti un’opportunità. Così nasce Impresa Donna, come punto di partenza di una strada che conduce verso la libertà sociale, culturale e mentale. Questa attività è molto più di una semplice sartoria e stireria. È casa, è accoglienza, è famiglia. Un luogo in cui consolidare consapevolezze e capacità, contribuendo all’emancipazione e alla rinascita femminile”.

Il team lavora in base alla regola per cui in negozio si è tutti uguali e si coopera per un unico scopo: regalare, attraverso ogni singola prestazione, attimi di condivisa soddisfazione. Non solo lavoro, ma un vero e proprio racconto di vita. Del resto, le donne dell’impresa di via Matteotti hanno ricucito la trama di una storia spesso sfilacciata e di difficile intreccio.

Ogni donna è una storia: la testimonianza di Z.

Sono ancora qua. Ho iniziato come volontaria e ora sono diventata una dipendente: non era una cosa che davo per scontata, anzi. Sono stata forte e ora mi sento rigenerata. Penso infatti che la mia vita sia la metafora dei maglioni che mi capita di risistemare: per rinnovarli bisogna dargli importanza, proprio come la Caritas e il Ramo sono riusciti a fare con me, ascoltando il mio racconto e riponendo fiducia nelle mie capacità.

Questo mi ha aiutata molto a mettermi in gioco in tutte le mie relazioni: con la famiglia, con i clienti e con le colleghe. Mi piace avere la consapevolezza che ognuno di noi ha alle spalle la sua trama, la sua storia. Mi aiuta a rigenerarmi ogni giorno di fronte agli altri. Per ogni maglione ricucito mi prendo cura di un pezzo di me, aiutando anche gli altri a farlo.

Non è un lavoro facile, spesso si fa fatica e non è bello maneggiare abiti sporchi. Eppure sono serena, soprattutto quando anche i clienti fanno la loro parte, quando danno importanza a noi e al nostro mestiere, senza sottostimarlo, ma valutandolo per quello che è. Ciascuno deve fare la sua parte, proprio come nelle relazioni di tutti i giorni”.

Ogni donna è una storia: la testimonianza di A.

Questo luogo è molto più che un’impresa: qui condividiamo molto, ci apriamo, ci raccontiamo, è la mia seconda casa. In una faccio la mamma di tre figli, in questa lavoro con un contratto a tempo pieno. Mi piace, mi diverto, mi realizzo. Sembra quasi un privilegio che non tutte possono permettersi, eppure sono riuscita a creare un equilibrio tra esigenze lavorative e tempi di vita famigliari.

Cucire, il mio passatempo da mamma preferito, è diventato la mia risorsa lavorativa. Chi l’avrebbe mai detto!

Elisabetta Miraglio, tratto da “La fedeltà”