Alcune considerazioni di mons. Delbosco alla luce delle recenti nuove disposizioni del Governo

Il conforto spirituale fa parte dei beni essenziali delle persone. Questo vale in modo particolare nei momenti di emergenza, come quello attuale. E vale soprattutto per le persone più vulnerabili, quali gli anziani, gli ammalati, i disabili, le persone sole e le varie tipologie di esiliati sociali.

Per questo motivo le chiese sono aperte in modo da permettere la preghiera personale a quanti ne sentono il bisogno. In esse non è autorizzato alcun genere di celebrazione, né la convocazione di gruppi di persone. Ma è sempre permesso l’ingresso di singoli fedeli e la sosta in preghiera, rispettando le cautele sanitarie che valgono per tutti i luoghi pubblici.

I sacerdoti sono a disposizione anche per colloqui personali o per ascoltare le confessioni in chiesa, rispettando la distanza richiesta e le norme per la precauzione sanitaria, come anche la riservatezza della conversazione.

In questo momento di emergenza è soprattutto in casa che continua la vita religiosa: la preghiera personale e di famiglia, il perdono e la misericordia reciproca, il servizio ai bisognosi della famiglia … Le parrocchie supportano questo con la preghiera dei sacerdoti che, senza concorso di popolo, continuano a celebrare l’eucaristia e a pregare per tutto il popolo di Dio. I sacerdoti, inoltre, sono reperibili al telefono e via mail per ascoltare le persone. Dove possibile, le parrocchie utilizzano anche i canali della rete internet per offrire riflessioni, messaggi, supporti per la preghiera.

Insieme a questo, non è chiusa la possibilità dell’incontro personale con i sacerdoti e i religiosi, che in caso di necessità possono fare visita alle persone nelle case, solo se richiesta. In particolare, questo riguarda ammalati, disabili, persone in condizione di emarginazione sociale o di grave difficoltà personale. Per offrire questo servizio, viene offerta un’adeguata formazione sull’osservanza delle norme sanitarie (distanza, lavaggio delle mani, uso di guanti e mascherine …). La Curia diocesana mette a disposizione sul proprio sito internet un tutorial a supporto della formazione specifica.

Le persone in situazione di bisogno o i loro congiunti possono richiedere questa visita del sacerdote (o di personale religioso) nella loro abitazione oppure nelle strutture in cui si trovano (case di riposo, ospedali, case di cura …). Per la visita nelle abitazioni private, questo comporta un previo accordo con quanti abitano la casa per garantire il rispetto nelle norme sanitarie a tutela delle persone vulnerabili (compreso l’utilizzo di mascherina).

Per quanto riguarda le strutture, si rimanda agli uffici di direzione la valutazione sulla possibilità di concedere questa visita, sulle eventuali modalità e sugli spazi in cui può essere svolta.

Nel momento attuale non si intende affatto venir meno a quanto richiesto per la tutela del bene pubblica della salute. Si vuole solamente richiamare l’attenzione sulla ricerca di vie responsabili per continuare l’opera della Misericordia ispirata al Vangelo, in quanto il bene spirituale è essenziale per le persone, soprattutto nei momenti di difficoltà.

Cuneo, 12 marzo 2020

+ Piero Delbosco, Vescovo di Cuneo e di Fossano

P.S. rispetto alla comunicazione del 10 marzo 2020, dopo la promulgazione del DPCM 11 marzo 2020, nulla cambia se non che ora è proibito il raduno di tutti i sacerdoti di una zona nella chiesa centrale per celebrare insieme la messa domenicale.