«Nessuno resti solo», il tema proposto in questo Avvento, sembra un bella pretesa in un momento in cui ci viene chiesto proprio di isolarci fisicamente per evitare contagi.
Eppure,  Dio stesso nella sua Parola ci grida “non è bene che l’uomo sia solo!”(Gen 2,18) e anche “Guai a chi è solo!” (Qo 4,10).
l nostro “essere-con” in modo profondo ed esistenziale, si fonda sul fatto che abbiamo un solo Padre e noi siamo famiglia, siamo – dovremmo essere – figli uniti.  “Uno solo è il Padre vostro e voi siete tutti fratelli“(Mt 23,9).
La solitudine, il sentirsi abbandonato dagli altri, il non avere appoggio e sostegno è uno dei più grandi dolori dell’uomo.
Gesù se ne è fatto carico, fino ad accettare la solitudine estrema, non solo da parte degli uomini, ma da Dio, dal Padre stesso “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” ha gridato in punto di morte.
Da quel momento il Signore è nostro compagno in ogni solitudine, umana e spirituale. Questo dobbiamo ricordarcelo in un momento in cui, più di sempre, si muore da soli.
Ma se Dio resta comunque e sempre accanto a noi, questo non ci esime anzi ci deve spronare a non lasciare che davvero nessuno  venga abbandonato. L’uomo ha immense risorse e questo è proprio il periodo in cui scoprirle ancora.
Già nella precedente chiusura di primavera anche nelle nostre comunità ci sono state tante testimonianze di solidarietà e di vicinanza.
Ci viene chiesto di fare ancora meglio se è possibile. Abbiamo la voce! La voce al telefono, cellulare e fisso, la voce al citofono, la voce dalle finestre o dalla strada.
Un appuntamento quotidiano o settimanale al telefono, a una certa ora… è qualcosa da attendere a cui fare riferimento, dove riversare lo scoramento, ma anche le necessità concrete, dove scambiarsi idee e suggerimenti.
E poi… sappiamo ancora scrivere? Lettere, biglietti e bigliettini possono essere infilati nella buca, dopo aver avvisato al citofono. Biglietti in cui diamo un numero di telefono, qualche avviso della settimana, ma anche dove diamo incoraggiamento ed esprimiamo il nostro affetto e la nostra vicinanza. Per chi sa usare i mezzi tecnologici è ovvio che una videochiamata rincuora e aiuta. Ci sono parrocchie che hanno iniziato a usare YouTube per restare sempre in contatto con le persone, la Celebrazione Eucaristica, le Catechesi.. basta una telefonata guida da parte di chi sa usare bene questi mezzi per insegnarlo a chi non ci è abituato.
Ma prima di tutto dobbiamo cercare di sapere chi nella nostra comunità è in difficoltà. Con discrezione usiamo il passaparola, le informazioni dei vicini, le “indagini” di quartiere per scovare chi ha bisogno di una mano e non sa o non osa chiedere.
Contrario della paura non è il coraggio, ma la fiducia. E’ con questa fiducia che ci dà il Dio che sempre viene nelle nostre solitudini, che possiamo diventare anche noi dei messaggeri di gioia, di fiducia, di speranza.

Pieghevole dell’Avvento

Preghiera dei fedeli