Nello scorso fine settimana in tante città italiane e a Cuneo per la nostra provincia, si è commemorato il Porrajmos, cioè la persecuzione e lo sterminio dei Rom e dei Sinti per mano del regime nazista avvenuto nel 1944. L’iniziativa ha voluto sottolineare come spesso nella storia dei regimi illiberali si siano utilizzati gruppi di persone socialmente più “deboli” e “diverse” sotto alcuni profili, per alimentare sentimenti di paura e sospetto nei loro confronti, relegandoli ai margini della società e addirittura nel caso degli zingari, eliminandoli fisicamente. Purtroppo è successo anche a tanti altri gruppi di persone e a popoli interi, in ogni angolo del nostro pianeta. Sembra impossibile ma in società che non sono mature, una volta individuato un nemico, si fa di tutto per screditarlo, difendersi da lui e tenerlo lontano. Sovente ci si dimentica una cosa elementare: si può andare a conoscerlo. Ci si dimentica che ha una storia, come noi abbiamo la nostra; e ha diritto a un futuro buono, come noi abbiamo il nostro. “Non ho tempo per lui” tendiamo a pensare. “Meglio sarebbe tornasse a casa sua!”. Una società se dimentica la complessità nella quale lei stessa è inserita (politica, economica, sociale, culturale, trascendente), rischia di ingigantire difficoltà reali e farle diventare uniche. Ma sarebbe controproducente oltre che sbagliato: una vera “arma di distrazione di massa” da disinnescare prima possibile attraverso un dialogo autentico, assieme ad po’ di umanità e di buon senso, addirittura con chi si crede essere il nemico.

Come Chiesa cattolica in Fossano siamo in tanti preoccupati per ciò che sta avvenendo nel nostro Paese e nella nostra Città.

I “decreti sicurezza” del governo in carica ci riempiono di tristezza e di sgomento; ci lasciano un senso di smarrimento e fanno sorgere una domanda: dov’è finito l’uomo in quelle leggi? Non appoggeremo e giustificheremo mai chi ritiene che aiutare il prossimo e salvare vite umane sia reato, tra l’altro rinnegando convenzioni internazionali sottoscritte dall’Italia, conquiste di civiltà che abbiamo ricevuto dai nostri padri, obblighi di solidarietà costituzionali. Riteniamo quanto mai impropria e contradditoria l’azione di un governo che osteggia e punisce i gesti della cura, accoglienza, benevolenza, rispetto, servizio verso ogni uomo e ogni donna, siano essi italiani, migranti o profughi, perché proprio quei gesti li troviamo nel Vangelo messi in opera da Gesù.

Riguardo alla nostra Città, con dispiacere abbiamo appreso della scelta della chiusura della fontana di piazza Castello, a causa di un utilizzo improprio da imputarsi ad “alcune persone di etnia Sinti”, così come scritto sui social. Certamente occorre decoro nelle nostre strade e nelle nostre piazze e non si possono accettare attitudini inadeguate, ma ci domandiamo perché arrivare ad una scelta così drastica che non risolve nessun problema, crea malumore e alla prova dei fatti individua soltanto “un nemico” in quelle persone?

Vorremmo fare fronte comune contro la maleducazione che purtroppo sta crescendo in mezzo a noi, facendo una seria riflessione sul nostro linguaggio e sulle nostre ipocrisie, per non correre il rischio di seminare cattiveria e odio verso gli altri. Vorremmo agire per far sì che le persone tirino fuori di sé ogni aspetto positivo, come lo sono il rispetto dei luoghi comuni, l’attenzione ad ogni essere umano e la cura dell’ambiente; insieme ce la potremo fare.

Fossano, 8 agosto 2019

Aimetta Luigi, Bedino Danilo, Bodino Ezio, Daniele Sergio, Dompè Mario, Dutto Mattia, Luciano Flavio, Mana Stefano, Ricciardi Piero, Tassinari Paolo, Valenti Giuseppe.

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