L’esperienza della Diocesi di Trani

Una seconda esperienza che in maniera organica e strutturale coniuga le esigenze di rinnovamento della pastorale familiare alla luce dell’esortazione “Amoris Laetitia”, è quella che il Vescovo mons. Giovan Battista Pichierri ha inaugurato già da qualche mese nella sua Diocesi di Trani-Barletta-Bisceglie.

Lo ha fatto con un documento di 59 pagine intitolato: “In cammino verso la pienezza dell’amore. Lettera pastorale sull’Amoris Laetitia”, diviso in due parti, alle quali fa seguire il “Decreto di nomina di presbiteri designati per il riconoscimento ecclesiale dei casi familiari ammissibili ai sacramenti”.

L’intento iniziale di mons. Pichierri è quello di mostrare come lo spirito dell’esortazione si collochi nell’orizzonte conciliare e abbia una impronta sinodale, cioè comprenda e traduca non pie intenzioni del “Papa di turno” alle prese con un “gesto solitario” (che pure avrebbe potuto compiere in piena libertà con il dispositivo del “Motu proprio”), piuttosto interpreti autorevolmente e proponga alla pratica di pastori e fedeli un sentire comune della Chiesa stessa. La Lettera propone una fedele ricostruzione di come Papa Francesco si pone rispetto al popolo di Dio: gli sta certamente davanti orientandolo alla verità, gli sta in mezzo toccando e lasciandosi toccare dalle gioie e dai dolori delle famiglie, ma sta anche dietro al popolo di Dio, per raccogliere chi non ce la fa e per lasciarsi guidare dal “fiuto” del popolo stesso. L’invito del Vescovo parte da una prospettiva espressa da sant’Alfonso, teologo morale di riferimento per la teologia, che privilegia la “benignità pastorale alternativa al rigorismo morale” (pag. 11), in un’ottica di accompagnamento di ogni coppia senza generalizzazioni, in vista di un bene possibile ed effettivamente realizzabile, da raggiungere progressivamente (pag. 16). Ecco allora il senso del rilancio della pastorale familiare a favore dei giovani e delle coppie già formate, con precisi itinerari e luoghi di incontro e formazione, con un unico obiettivo: mostrare come il Vangelo sia davvero fecondo in ogni esperienza di amore e di famiglia (pag. 20).

La seconda parte del documento recupera in maniera straordinaria la centralità della coscienza delle singole persone, e a pag. 27 troviamo scritto: “Una volta svolto tutto il suo compito con tutta franchezza e delicatezza, la Chiesa e i suoi ministri (Vescovo, presbiteri, diaconi), unitamente ai genitori e agli educatori, stanno a ciò che decide la singola coscienza morale, con un atteggiamento di vero e profondo rispetto nei confronti del dialogo che questa coscienza, nel suo intimo, intrattiene con Dio”. Ciò vuol dire che per ogni coppia, in qualunque situazione si trovi a vivere, è possibile un itinerario che dopo un opportuno discernimento, dopo cioè un tempo di ascolto, confronto e conversione, si apra alla piena integrazione nella propria comunità cristiana di appartenenza; a fronte di uno stato di vita non pienamente conforme all’ideale, si esce dalla logica del “fine pena: mai”.

Nessuno degli ambiti che prima erano sostanzialmente preclusi ad ogni accesso da parte di coppie in nuova unione (essere padrino o madrina in occasione di Battesimo/Cresima, ministro straordinario della Comunione, lettore, insegnante di religione, …) potrà restare inaccessibile, anche se non si tratterà mai di pretendere un diritto, quanto piuttosto di entrare in un percorso di conversione. Questa passo, così come auspicato in “Amoris laetitia”, potrà riguardare anche l’accesso ai sacramenti della Riconciliazione e della Comunione, anche se questi passaggi dovranno avere una “visibilità ecclesiale”: il Vescovo mons. Pichierri infatti ha scelto di designare un presbitero per ogni zona pastorale della sua Diocesi con questo preciso incarico (pag. 36), al fine di garantire la trasparenza ed evitare la possibile manipolazione delle circostanze e delle persone.

In particolare viene dettagliata con grande precisione (5 pagine!) la procedura di eventuale riammissione di coppie in nuova unione (siano esse conviventi che unite in matrimonio civile) alla Comunione Eucaristica, con la valutazione di questi elementi:

– accertare la validità canonica del precedente matrimonio
– l’esame di coscienza
– la valutazione delle responsabilità genitoriali
– i tentativi di riconciliazione
– l’irreversibilità della relazione
– non esigere più di quanto si possa dare
– la situazione del partner abbandonato
– la valutazione delle conseguenze scandalose
– l’impatto negativo sui giovani
– la valutazione della consistenza morale della nuova coppia
– verificare la consapevolezza della nuova coppia circa la propria distanza dall’ideale evangelico
– verificare l’impegno di vita cristiana

Questo elenco di tematiche attorno le quali la coppia è chiamata a misurarsi, va di pari passo con la consapevolezza che dopo Amoris laetitia il vero scandalo sarebbe in ogni Diocesi vedere negata la messa in atto della misericordia, cioè la possibilità di intraprendere itinerari e percorsi diversificati, che mirino alla piena integrazione di ogni coppia (pag. 48).

La lettera chiude con un incitamento alla «santa audacia della fede» (pag. 50): una buona notizia quindi, che parte dalla Puglia e che speriamo possa pian piano risalire lungo “lo stivale”.