Nell’articolo “Amoris laetitia, una rivoluzione del linguaggio”, pubblicato suLa Fedeltà” del 15 novembre 2017, abbiamo inserito alcuni dati e considerazioni in merito all’attività dei Tribunali ecclesiastici competenti sulle nullità matrimoniali, che Papa Francesco ha riformato e rilanciato con Amoris laetitia.

La situazione presentata richiede una precisazione

Su questo tema abbiamo riportato alcuni dati relativi al Comune di Fossano, ove negli ultimi 10 anni sono stati registrati 330 divorzi e una sola dichiarazione di nullità a carattere civile. Nel testo però la precisazione a carattere civile, cioè decisa in ambito civile e registrata in Comune, non l’abbiamo scritta, lasciando intendere al lettore che i Tribunali ecclesiastici avessero sentenziato in 10 anni una sola dichiarazione di nullità riguardante cittadini fossanesi. Fortunatamente non è così: nel decennio trascorso hanno ottenuto questa dichiarazione 15 coppie nella Diocesi di Fossano, circa 10 coppie nel Comune di Fossano. Perché queste nullità non risultano nelle statistiche del Comune? La risposta chiama in causa il matrimonio concordatario, celebrato in chiesa con validità anche civile. Al momento della crisi le coppie cattoliche possono rivolgersi ai Tribunali ecclesiastici e questi possono dichiarare la nullità, come è accaduto in quei 15 casi. Ma questa dichiarazione, da qualche decennio, non ha più validità civile se non si ottiene la “approvazione” dalla Corte di appello. È bene ricordare che la dichiarazione di nullità, dall’inizio, significa che “Il matrimonio non c’è mai stato”, anche se i coniugi sono convissuti anni e hanno generato figli. Questa situazione può creare problemi economici e sociali. Pertanto molti coniugi, quando ottengono la dichiarazione di nullità ecclesiastica, preferiscono chiedere allo Stato il divorzio, se già non l’hanno richiesto in precedenza.

Le dimensioni del problema

Pertanto i dati riportati nell’articolo di cui sopra dovrebbero essere letti come segue: “A Fossano nel decennio trascorso sono stati registrati in Comune 320 divorzi effettivi, più altri 10 divorzi corrispondenti ad altrettante nullità ecclesiastiche” (Dati approssimati). Vale a dire: a Fossano ogni anno, in media, 32 divorzi più 1 nullità ecclesiastica. Queste nullità sono proporzionate ai valori italiani (oltre 2000 all’anno), mentre i divorzi sono più diffusi, come pure le separazioni che stanno alla base: oltre 50 in media all’anno. In Italia ogni anno falliscono oltre 90.000 matrimoni; quelli religiosi, che anni addietro erano molto diffusi, rappresentano quasi la metà, benché siano più solidi, più duraturi degli altri.

Precisata la situazione rimane una difficoltà

Il numero di coniugi cattolici che si rivolgono ai Tribunali ecclesiastici potrebbe essere molto più elevato, ma ciò non avviene per ragioni contingenti e poco convincenti. La richiesta di nullità dovrebbe perdere l’alone di procedura “esotica”: costosa, valida per casi rari, casi strani, per assumere (purtroppo) il carattere di mesta ordinarietà.

La Chiesa ospedale da campo, il Tribunale un reparto specializzato

La Chiesa piemontese si sta attrezzando per svolgere il suo servizio su questi delicati temi: è arrivato un documento pastorale sull’applicazione della Amoris laetitia: “Il Signore è vicino a chi ha il cuore ferito”. La nostra Chiesa, sul modello dell’ospedale da campo di Papa Francesco, cura le ferite del cuore, che un tempo incontravano di più norme e divieti. Allora il Tribunale ecclesiastico è un reparto specializzato dell’ospedale da campo, che cura anche con la chirurgia (dichiarazione di nullità) i matrimoni sbagliati.

Gino Grosso