immagine 1 aprileL’idea che ha mosso questa Celebrazione (non una Messa, ma un insieme di gesti e parole, con linguaggi creativi), la possiamo trovare nella nostra storia: ognuno di noi, infatti, porta dentro di sé qualcosa come una ferita, una frattura, uno strappo, una delusione che in qualche modo segna la sua esistenza (una crisi matrimoniale, ma non solo: pensiamo alla malattia o alla morte di un nostro caro, un insuccesso scolastico o professionale, desideri buoni finiti in malo modo, attese giovanili frizzanti risultate da adulti “bolle di sapone” e così via). Di fronte all’esperienza del male, qualunque esso sia, il cristiano fa di tutto per non rassegnarsi, per non dargliela vinta, per lottare e rimanere in piedi, ma a volte, lo sappiamo bene, è faticoso; il male ci schiaccia, sembra insopportabile, pare non finire.

Il dipinto a olio “Incredulità di Tommaso” di Caravaggio, la canzone “Suona pianoforte” e una pagina del vangelo di Giovanni commentati da don Derio Olivero, ci offriranno buoni motivi per riprendere in mano la nostra storia, e dentro alle nostre ferite, riprendere oppure continuare a camminare.
Si, il male mai potrà avere l’ultima parola sulla nostra storia! E’ questo che cerchiamo!

La Celebrazione è stata animata dalla cantoria della parrocchia di sant’ Antonio Abate di Fossano.

introduzione a “Suona pianoforte”

commento a “Incredulità di Tommaso”

omelia don Derio

Schema della celebrazione